INIZIO CORSI

LUNEDI' 14 SETTEMBRE 2015 INIZIO CORSI PER LA NUOVA STAGIONE !



LEZIONI GRATUITE PER TUTTO IL MESE DI SETTEMBRE !!!



Per ulteriori informazioni: Claudio 347.4159020










martedì 4 dicembre 2012

Arti marziali cinesi


Arti marziali cinesi


 

Con tale denominazione ci si riferisce alla totalità dei vari stili di arti marziali nati in Cina.

Le arti marziali cinesi, nel loro insieme, hanno ricevuto molte denominazioni diverse, a seconda del luogo e del periodo in cui si sono diffuse. Quando, negli anni trenta, le arti marziali cinesi e giapponesi iniziarono ad essere conosciute in occidente, la conoscenza delle lingue e delle culture dell'asia orientale erano molto limitate. Questo ha portato spesso alla creazione di leggende e di miti (molti dei quali sopravvivono ancora oggi) e ad un uso improprio di molti termini cinesi.

  • Kung Fu (gōng fu) è il termine più popolare in occidente e ad Hong Kong, soprattutto a causa della diffusione, con questo nome, del cinema sulle arti marziali cinesi. In cinese kung-fu letteralmente significa "esercizio eseguito con abilità" e rappresenta il percorso necessario all'apprendimento profondo di una disciplina (non necessariamente marziale). Per estensione, questo termine indica anche il raggiungimento di un ottimo livello; possedere il kung-fu rappresenta il raggiungimento dell'assoluta padronanza della tecnica.
  • Wǔshù (Wu Shu) è il termine più usato nella Repubblica popolare cinese, e si sta sempre più diffondendo anche in occidente. Wu Shu può essere tradotto letteralmente con "arte marziale" ed è un nome collettivo che racchiude al suo interno tutta la miriade di tecniche e stili di combattimento diffusi sul territorio cinese.
  • Gúoshù (Kuo Shu) è il termine più diffuso a Taiwan e significa letteralmente "arte nazionale".
  • Quánfǎ (Ch'üan Fa) è una denominazione generica che significa "tecniche di pugno" ossia il pugilato nel senso di combattimento a mani nude.
  • Zhōngguó quán (Chung Kuo Ch’üan) significa "boxe cinese".

 


Origini leggendarie e storia


Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti marziali cinesi. Quello che si sa di sicuro è che le prime rappresentazioni artistiche di uomini (probabilmente soldati) in posa marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa). Le arti marziali cinesi rimasero essenzialmente composte da una serie di danze di guerra e da esercizi fisici di preparazione militare fino al periodo denominato "primavere ed autunni" (770 - 476 a.C.) dove nacquero e si svilupparono le grandi correnti filosofiche cinesi come il Taoismo ed il Confucianesimo. In questo periodo le tecniche marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino a diventare un argomento di studio persino nei monasteri.

Nonostante l'origine delle arti marziali intese più propriamente come metodo di combattimento sia antico e non definito, è da sottolineare che quando si parla di Kung-fu si può più semplicemente prendere come punto di riferimento lo stile Shaolin originario, cioè quello fondato da Bodhidharma nel 500 d.C. circa nell'omonimo monastero. Successivamente si sono sviluppati innumerevoli altri stili e altre arti marziali, ma tutte in modo diretto o indiretto derivate dallo stile Shaolin-quan fondato da Bodhidharma.

Secondo la mitologia dello Shaolin Kung-Fu, i monaci Shaolin furono istituiti dall'imperatore cinese dell'epoca per esercitare la funzione di guardia imperiale. La leggenda vuole inoltre che i monaci, per costruire le loro tecniche, si basassero sul comportamento degli animali determinando in questo modo anche gli odierni nomi dei vari stili che si sono diramati dell'originario stile Shaolin: mantide del nord, tigre bianca, hung gar, ecc. Altre leggende raccontano di gesta eroiche come la presunta sconfitta di un intero esercito di mille guerrieri mongoli da parte di quattro monaci Shaolin padroni di un'invincibile tecnica conosciuta col nome di Qi-Gong (tecnica della camicia di ferro o insensibilità al dolore).

Le varie persecuzioni religiose segnarono il declino di molti templi (fra cui il famoso tempio di Shaolin) e la nascita di "scuole" di arti marziali molto simili a sette segrete ed esoteriche. Questo portò ad un frammentarsi delle tecniche e delle conoscenze dando vita a migliaia di stili molto differenti fra loro, senza contare gli innumerevoli stili detti "del contadino" praticati dagli abitanti delle campagne e che si tramandavano di generazione in generazione.

Durante la grande rivoluzione culturale le guardie rosse, legate alla banda dei quattro, cercarono di distruggere i vari stili di kung-fu. Specialmente quelle più "esoteriche" rischiarono di essere cancellate in quanto viste come un retaggio dell'epoca imperiale sopravvivendo solo come attività sportiva controllata e coordinata da un organismo centrale. Tuttavia oggi stiamo assistendo, sull'onda della nuova età dell'oro del cinema di Pechino ed il conseguente interesse economico del regime, ad una graduale riscoperta delle tecniche e degli stili più tradizionali.

 

Arti marziali tradizionali cinesi


Le arti marziali tradizionali sono le arti marziali propriamente dette, in cui lo studio delle tecniche di combattimento viene accompagnato dallo studio delle rispettive applicazioni. Le arti marziali tradizionali sono discipline incentrate su principi filosofici e fisici profondi, e la loro pratica ha come obbiettivo, da una parte il raggiungimento di una reale capacità di combattimento, dall'altra la cura del corpo e della mente.

Le arti marziali cinesi vengono tramandate da più di duemila anni, e nel corso dei secoli hanno subito vari mutamenti. I maestri che le hanno praticate, spesso non si sono limitati ad apprenderle e riproporle così come gli erano state insegnate, ma le hanno modificate per adattarle alle proprie capacità, ai propri principi filosofici, alle necessità strategiche e geografiche. Questo processo ha consentito alle arti marziali di migliorarsi continuamente col passare dei secoli, ma ha anche causato una frammentazione che rende molto difficile una classificazione. Si calcola che gli stili andati perduti siano centinaia. Oggi gli stili più praticati sono stati codificati dalle federazioni internazionali che si occupano non solo di tenere vivo lo spirito marziale di quest'arte, ma anche di far sopravvivere un'antichissima tradizione culturale.

La principale suddivisione tra gli stili è tra interni ed esterni. Esiste anche un'altra importante categorizzazione, nata dalle esigenze di adattamento alle condizioni geografiche in cui le arti marziali venivano praticate, quella tra stili del nord e stili del sud. Nel nord della Cina venivano praticati stili con posizioni ampie, con un gran numero di tecniche di gamba e di salti acrobatici. Nel sud invece gli stili si sono caratterizzati per un minore utilizzo delle gambe e per posizioni più corte, questo probabilmente a causa del fatto che in queste regioni vi erano molte risaie, in cui era difficile poter utilizzare gli arti inferiori per combattere.

 

Wushu tradizionale

Con “wushu tradizionale” (chuantong wushu) si intende l’insieme dei sistemi marziali cinesi elaborati e tramandati da maestro ad allievo sino ai giorni nostri, il cui fine era originariamente l’addestramento al combattimento a mani e con armi. Nella società moderna il wushu tradizionale è praticato soprattutto come metodo salutistico e ricerca psicofisica per quanto l’aspetto marziale sia ancora presente, con gradazioni diversi, in molte scuole.

 

Suddivisione degli stili

Il wushu tradizionale è rappresentato da “scuole” o “stili” (menpai), ognuno dei quali possiede un bagaglio di tecniche a mani nude e con armi, metodi d’allenamento e conoscenze strategiche proprie, frutto dell’elaborazione e della trasmissione di generazioni di maestri..

Queste “scuole” sono generalmente denominate quan (pugno, pugilato) e in forma sporadica anche men (insegnamento, scuola) o zhang (palmo/i), tui (gamba/e), jiao (piede/gamba).

All’interno delle singole scuole può esservi un’ulteriore ramificazione in “stili” (shì o pài) o “famiglie” (jia o shì), dovuta alla determinante influenza di un certo maestro, o della sua famiglia, nella divulgazione dell’arte.

Negli ultimi secoli gli storici cinesi hanno tentato di suddividere le diverse scuole sulla base delle affinità tecniche. Alla fine dell’ultima dinastia, e ancor più in periodo repubblicano, con la diffusione della stampa di settore si sono affermati due modelli: uno basato sulla locazione geografica nord/sud, uno sulla differenza tecnica interno/esterno.

·        Stili del nord stili del sud

La suddivisione del wushu in “stili del nord e stili del sud” (nanbeiquan) prende spunto da una presunta differenza tecnica tra le scuole settentrionali (a nord del Fiume Azzurro), caratterizzate da movimenti ampi e fluidi, posizioni basse, frequente uso dei calci e dei salti, rispetto a quelle meridionali, caratterizzate da tecniche corte e potenti, posizioni strette ed alte, uso ridotto dei calci e dei salti, fitto utilizzo delle braccia. Di qui il detto “calci al nord, pugni al sud” (Nanquan Beitui). Inoltre i due stili differiscono dal modo in cui i colpi vengono eseguiti: i pugni dello stile del nord sono sempre leggermente richiamati, mentre quelli dello stile del sud rimangono della posizione dove colpiscono fino al momento di cambiare colpo.

Questa tesi, pur avvalorata da alcuni esempi (Shaolinquan, Huaquan, per gli stili del nord, Baihequan, Wuzuquan per gli stili del sud) risulta contraddetta da altri (Baguazhang, Xingyiquan per gli stili del nord, Cailifoquan, Hung gar per quelli del sud).

Storicamente, alla luce della straordinaria mobilità di genti e idee che hanno attraversato la Cina nei secoli, ha infatti poco senso parlare di “stili del nord e stili del sud”, a meno che non ci si riferisca solo ed unicamente a quegli stili che effettivamente rientrano nelle caratteristiche sopracitate.

·        Stili interni e stili esterni

La suddivisione del wushu in “scuole interne” (neijia) e “scuole esterne” (waijia) nasce probabilmente alla fine dell’Ottocento in seno ai circoli marzialisti della capitale e prende spunto dall’epitaffio per Wang Zhengnan, scritto nel 1669 dal letterato confuciano Huang Zongxi.

Nel testo si evidenziava una differenza sostanziale tra la tecnica di Shaolin detta “scuola esterna”, che si affida all’attacco impetuoso e travolgente, e quella del maestro Wang Zhengnan, detta “scuola interna”, che privilegia la difesa, le proiezioni e i colpi ai punti vitali.

In seguito è divenuto comune considerare “interni” stili come taijiquan, xinyiquan e baguazhang ed “esterni” stili come shaolinquan, fanziquan, chuojiao, ecc. In verità i confini tra le due scuole sono molto relativi, per quanto sia evidente la fondamentale importanza attribuita “all’esercizio interno” (neigong) negli stili interni, tanto da integrarlo in maniera indissolubile alla tecnica marziale, mentre negli stili esterni è spesso una componente separata dell’allenamento.

 

In sintesi gli stili delle arti marziali cinesi posso essere raggruppati in tre grandi famiglie: stili interni, stili esterni e stili imitativi.

·        Stili interni (Nèijiāquán)

Gli stili interni si basano sullo studio e lo sviluppo di elementi come lo spirito, la mente ed il qi (respiro, o energia interiore). La pratica degli stili interni si caratterizza per una completa rilassatezza muscolare che viene chiamata "morbidezza" o "cedevolezza". Con questi termini non si intende un abbandono del corpo, ma ci si riferisce ad uno stadio psico-fisico in cui i muscoli sono decontratti e i sensi sono reattivi, pronti a reagire. "Cedevolezza" in particolare vuol dire che non bisogna opporre la forza muscolare a quella dell'avversario, ma bisogna sfruttare la sua, cedere, farlo passare oltre, di modo che questo si ritrovi in una posizione sfavorevole nella quale non possa più nuocere. Per questa carretteristica di completa decontrazione muscolare, gli stili interni vengono chiamati anche morbidi, mentre quegli esterni duri.

Tàijíquán (T'ai Chi Ch'üan  – pugilato della suprema polarità)

Forma di combattimento basata sul controllo dell'avversario secondo i principi taoisti dell'alternanza fra Yin e Yang, le tecniche di questo stile vengono applicate evitando il contrasto e ricercando la fluidità e le linee di minor sforzo. È divisa principalmente in cinque stili (Chen, Yang, Wu, Wu Yu-Xiang e Sun) di cui il più antico (lo stile Chen) può esser fatto risalire al 1600. Sebbene sia a tutti gli effetti una disciplina marziale e di combattimento in occidente è diventata popolare nella sua forma di ginnastica per la salute (che è quello che viene insegnato nella maggior parte delle scuole).

Xíngyìquán (Hsing I Ch'üan  – pugilato dei cinque elementi)

Si tratta di uno stile basato su tecniche rettilinee esplosive e da un controllo lineare dello spazio; le sue tecniche di base sono catalogate, seguendo la cosmologia taoista, secondo i cicli costruttivi e distruttivi dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra) e dei dodici animali (Drago, Tigre, Scimmia, Cavallo, Coccodrillo, Gallo, Aquila e Orso,Uccello Tai, Serpente, Falco, Rondine) in modo che ad ogni attacco corrisponda, in modo più o meno univoco, una parata ed un contrattacco.

Bāguàzhǎng (Pa Kua Chang  – palmo degli otto trigrammi)

Sviluppato nel XIX secolo sulla base degli esercizi taosti della "meditazione camminando in cerchio" è ben presto divenuta uno dei capisaldi delle tecniche di combattimento interne delle arti marziali cinesi. Le tecniche del Bagua sono principalmente circolari e fluide, tanto da essere spesso viste come il naturale contraltare dello Hsing-Yi. Il nome di questo stile deriva dagli otto trigrammi che formano la base del Yijing (il libro dei mutamenti) e che sono alla base della cosmologia taoista.

Wǔdāngquán (Wu Tang Ch'üan)

Inizialmente sviluppato sul monte Wudang, dove, nel corso dei secoli si sono diffusi numerosi monasteri Taoisti, e dove, intorno all'anno 1000, viene collocata la leggenda del monaco, alchimista e grande esperto di arti marziali, Zhang San Feng, al quale viene anche attribuita l'invenzione del Taijiquan. Alla scuola interna di Wudang, resa nota alla massa anche grazie al film pluripremiato agli Oscar "La tigre e il Dragone" del cinese Ang Lee, appartengono i seguenti stili: Wudang Taiji Quan, Ba Zhe, Wudang Tayi Wuxing Qinpu Quan, Juigong Shibatui, Kongmen Quan, Liubu Sanshou, Wuji Quan (si ispira ai principi filosofici taoisti del Tao Te Ching di Lao Tzu), Yaozi Chang Quan, Yanzhou Fudi Quan, Yumen Quan.

Wenshengquan (pugilato del sublime lato civile)

E’ uno stile che viene classificato come Changquan (pugilato lungo), un termine legato alle arti marziali cinesi che, comunemente, sta a designare uno stile codificato da gare del wushu moderno. Trarrebbe origine dal vecchio Hongquan (vedi “Stili esterni”), di cui Liu Fengtian, avrebbe ricavato la quintessenza, unendovi anche un lavoro culturale, caratteristica tipica del Meihuaquan (vedi “Stili esterni”). Lo stile è stato chiamato in svariati modi: Wubujia (struttura dei 5 passi), Dujiaquan (pugilato della famiglia Du); Shenquan (pugilato spirituale), Changshouquan (pugilato della lunga vita).

Qìgōng (Ch'i Kung  – tecniche di energia)

Insieme eterogeneo di tecniche di ginnastica, respirazione e meditazione volte allo sviluppo delle energie interne (qi) che, secondo la filosofia cinese, scorrono nel nostro corpo attraverso i canali ed i meridiani.

Yīnggōng (Ying Kung  – tecniche forti di energia)

Variante del Qigong dove gli esercizi di respirazione e di meditazione sono finalizzati alla fortificazione del corpo ed all'aumento della resistenza agli urti. È comune che i maestri di questa disciplina mostrino la loro bravura facendosi rompere mattoni e/o pietre appoggiate su varie parti del corpo o resistendo a colpi inferti con le armi tradizionali senza riportare danni. Attorno a queste tecniche sono nate molte delle leggende metropolitane e dei luoghi comuni sulle arti marziali.

Liangyiquan (Liang I Ch'uan )

Viene insegnato nella scuola fondata da Fu Zhensong, il quale iniziò ad insegnarlo dopo aver praticato Wudang Taiji con il maestro Song Weiyi, negli anni immediatamente successivi il 1913. Si tratta di un esercizio composto di 81 shi (figure). Tale esercizio probabilmente è stato ripreso da uno stile di Wushu che porta questo nome. Infatti oggi è ancora possibile vederlo praticare in seno alla famiglia Duan, anch'essa della provincia di Henan, ma della contea di Shenqi. Esiste una serie di video in cui Duan Baohua mostra gli esercizi principali dello stile. Lo stile pone particolare enfasi sulle tecniche per colpire i punti vitali (Dianxue). Curiosamente il Caijiaquan possiede come Taolu sia il Liangyiquan che il Sixiangquan, nomi di due forme della Scuola di Fu Zhensong.

Siming Neijiaquan (pugilato della famiglia interna di Siming)

Chiamato anche semplicemente Neijiaquan a livello popolare, è anche conosciuto come Etoujingquan (pugilato del collo dell'anatra).

Il Siming Neijiaquan si fa risalire alle svariate esperienze di Famiglia Interna che hanno caratterizzato il Wushu della provincia di Zhejiang a partire dall'epoca della dinastia Ming. In particolare nell'area del Simingshan, nell'ovest della provincia, il Neijiaquan è caduto nell'oblio. I praticanti di Taijiquan, di Xingyiquan e di Baguazhang, riesumarono il nome di questa scuola, per definire l'unione di principi, quindi esso venne ad essere una categoria di Wushu e perciò quello che era il Neijiaquan venne rinominato per precisione Siming Neijiaquan.

Liuhebafaquan (Liuhebafachuan – pugilato degli 8 metodi e delle 6 armonie)

Stile che si richiama al celebre monaco taoista Chen Xinyi degli inizi della dinastia Song (960-1127), ma più realisticamente creato alla fine del 1800 per combinare il Taijiquan (pugilato della suprema polarità), lo Xingyiquan (pugilato dei cinque elementi) ed il Baguazhang (palmo degli otto trigrammi). Proprio per il nome del monaco che lo sviluppoò viene chiamato Xinyi Liuhebafa ma è conosciuto anche come Shuǐ Quán (pugilato dell’acqua). Il più conosciuto maestro di questo stile fu Wu Yihui.

 

  • Stili esterni (Wàijiāquán)

Nell'uso comune (almeno in occidente), quando si parla di Kung-fu, ci si riferisce a questi stili. Sono veloci ed esplosivi, incentrati principalmente sull'uso della forza fisica e dell'agilità. Vengono chiamati esterni per contrapposizione agli stili interni,non perché prediligano l'uso della forza, rispetto a quello dell'energia interna ma perché la base di partenza è il fisico per giungere allo sviluppo del Qi. Nonostante sia meno accentuato, lo studio del qi è presente anche negli stili esterni, nei quali di solito viene unito alle capacità fisiche in una fase avanzata dell'apprendimento.

Choy Lee Fut

Chiamato anche Cailifo, è uno stile ideato da Chan Heung nel 1836 dalla sintesi degli stili di kung fu che imparò in gioventù da 3 grandi maestri. Lo stile è composto da innumerevoli forme, sia a mani nude che con le armi. Lo stile è caratterizzato da movimenti ampi e veloci di braccia che mirano al colpire senza tregua uno o più avversari durante un combattimento.

Bājíquán (Pa Chi Ch'üan - pugilato delle 8 direzioni)

Caratterizzato da posizioni basse, calci bassi e colpi portati in modo "esplosivo"; è ora lo stile praticato ufficialmente dai militari dell'esercito cinese.

Fānziquán (Fanziquan)

Stile diffuso nel nord, il Fanziquan (chiamato anche Bashanfan e Fanquan) sarebbe stato trasmesso nel clan Duan nell'area amministrativa di Gaoyang in Hebei da un certo Han Luma. I successivi maestri lo arricchirono di tecniche provenienti da altri stili, in particolare il maestro Chuojiao. Lo stile attuale è stato tramandato dai famosi fratelli Ma Fengtu e Ma Yingtu, esperti anche di Tongbeiquan.

Jeet Kune Do (Jiequandao o Chie Ch'uan Taola via per intercettare il pugno)

Stile creato negli anni '60 dal maestro Bruce Lee sulla base del Wing Chun (che aveva studiato in gioventù) con forti influssi provenienti dalla boxe e dalla scherma occidentale.

Wing Chun (Yǒng Chūn, abbreviazione di Wing Chun Kuen - boxe dell'eterna primavera)

Stile derivato dallo Shaolin creato, secondo la leggenda, da una monaca in esilio dopo la distruzione del monastero. È uno stile specializzato in tecniche essenziali a corta e cortissima distanza. È anche noto come Wing Tsung, Wing Tzun e molte altre varianti.

Hóngjiāquán (Hung Gar Kuen - pugilato della famiglia Hong)

Stile ampiamente conosciuto per via della sua efficacia nel combattimento e nel rafforzamento del corpo del praticante. È uno stile duro, basato molto sul Wu Hsing Shaolin Ch'üan e appartiene ai Guangdong Wu Daming Quan (cinque nomi importanti di pugilato del Guangdong). La nascita dello stile Hung Gar, che letteralmente significa "Stile della famiglia Hung (o Hong)", va fatta risalire al 1700 d.C., all'epoca della distruzione di un monastero Shaolin del Sud, Fu Jian Potin. Da questo riuscirono a salvarsi sette monaci i quali, secondo la leggenda, cominciarono a diffondere l'arte marziale del Kung Fu. In particolare uno di loro, Zhi Shan, conosciuto anche con il nome di Ji Sin Sim See, rifugiatosi nella "Fossa delle tigri", un monastero Shaolinsi del Sud, trasmette le sue tecniche al mercante Hung Hei Gung. È con lui che si ha la nascita dello stile Hung Gar, decide infatti di codificare gli insegnamenti di Zhi Shan in quella che ricordiamo come la prima vera forma dello stile, la Gung Ji Fook Fu Kuen. Questa, sebbene sia la prima, viene usata tuttora dai maestri per testare il livello raggiunto dagli allievi, anche di quelli più esperti. La storia dell'Hung Gar continua con Luk Ah Choi e Wong Kay Ying, che si dice facessero parte del Gruppo delle 10 tigri (GuangDong Sup Fu). A questi segue Wong Fei Hung, un maestro di grande importanza non solo per aver combattuto nella Prima Guerra dell'Oppio, ma soprattutto per aver posto le basi della scuola. Suo contemporaneo è Tid Kiu San (detto "avambraccio di ferro"), che viene ricordato per aver ideato la Tid Sin Kuen, la forma del filo di ferro, l'ultima dello stile. Con Lam Sai Wing però ci si discosta da questa corrente più antica e viene introdotta una nuova forma, la Mui Fa Kuen (Forma del fiore di prugno). Questa viene insegnata agli allievi che si avvicinano per la prima volta all'Hung Gar, in modo da indirizzarli verso l'acquisizione delle posture principali. La successione dei maestri prosegue con Lam Jo, Chiu Kao, Wong Lee e Chan Hon Chun, ultimi Granmaestri universalmente riconosciuti da tutti i praticanti di Hung Gar.

Di seguito sono elencate le forme (Taolu) principali:

·       Moi Fa Kuen (pugno del fiore di prugno)

·       Lau Gar Kuen (pugno della famiglia Lau)

·       Gong Ji Fook Fu Kuen (ideogramma della forza, sottomettere la tigre)

·       Wu Dip Jeung (forma dei palmi a farfalla)

·       Fu Hok Seung Ying Kuen (doppia forma della tigre e della gru)

·       Ng Ying Kuen (forma dei cinque animali)

·       Sup Ying Kuen (pugno delle dieci vie o dei dieci modelli (5 animali - 5 elementi))

·       Tid Sin Kuen (pugno del filo di ferro)

·       Sap Juet Sao (10 palmi che uccidono)

·       Loon Kow Tit Kiu Kune (ponte dei 9 draghi)

Queste, invece, sono le armi principali adottate dallo stile Hung Gar:

·       Bastone due teste (Seung Tou Guan)

·       Bastone della famiglia Lau (Lau Gar Guan)

·       Doppi coltelli a farfalla (Seung Wu Dip Dou)

·       Grande palo (Tai Guan o Pa Qua Guan)

·       Spada curva (Daan Dou)

·       Lancia (Ying Cheong)

·       Forcone (Tai Pa)

·       Spada dritta (Kim)

·       Alabarda (Kwan Dou)

·       Panca (Kiu Dung)

Secondo la tradizione cinese possono essere divise in armi Yin e Yang. Le prime sono considerate armi femminili, veloci, leggere e precise, come la spada dritta; le altre invece sono maschili, più lente, forti e potenti, come l'alabarda. Può essere fatta inoltre un'altra distinzione: armi proprie ed armi improprie. Le prime nascono con lo specifico intento di essere utilizzate quali armi; le seconde invece, in origine non lo erano, ma invece strumenti di lavoro, spesso di origine rurale (come il bastone a due teste o il forcone) o a volte provenienti da altri mestieri (come i coltelli a farfalla, strumenti da lavoro di macelleria). Questa tipologia di armi perciò entrò solo successivamente a far parte della tradizione marziale, quando lo stile cominciò a diffondersi e ad essere praticato dalla popolazione.

Hongjia Meihuaquan (pugilato del fiore di prugno della famiglia Hong)

E’ una forma dello stile Hongjiaquan. Più conosciuto come Mui Fa Kuen, nella sua pronuncia cantonese. Il nome completo è Shizi Meihuaquan (pugilato del fiore di prugno a croce, in cantonese Sap Ji Mui Fa Kuen). È un Taolu di base che si sviluppa in quattro direzioni, seguendo uno schema di passi che è legato ai 5 punti dello schema più comune di Meihuazhuang (pali del fiore di prugno). Essa allena le tecniche e le posizioni di base dello stile. Secondo il libro “Hung Gar Moi Fah” di Luigi Guidotti, questa forma sarebbe il frutto dell'unificazione di una serie di esercizi di base creati da Hong Xiguan, il fondatore dell'Hongjiaquan. Secondo alcuni questa forma venne introdotta nell'Hongjiaquan da Lin Shirong; secondo altri essa venne codificata da un gruppo di maestri di Hongjiaquan, durante una riunione che si sarebbe tenuta nel 1950. Altre fonti parlano di Huaquan ed identificano questo Taolu con il Meihuaquan. Questa forma sarebbe stata tramandata nel Sud della Cina da Hu Huichan, che era un discepolo laico di Shaolin ed era praticata eccellentemente da famosi maestri di Hongjiaquan.

Meihuaquan (Mei Hua Ch'uan - pugilato del fiore di prugno)

Questo stile conta numerose ramificazioni sia nel nord che nel sud della Cina. Tra queste sono famosi il Ganzhi Wushi Meihuazhuang grazie all'opera del Maestro Han Qichang che lo ha insegnato a Pechino e il Baijiazhi Meihuaquan che è stato reso popolare in Italia dal maestro Zhang Zuyao.

Il Meihuaquan è considerato a volte uno stile interno e a volte uno stile esterno, ma a Nanchino e di seguito negli ambienti marzialisti di Taiwan era classificato come Changquan. Meihuaquan è anche un nome molto comune nelle arti marziali cinesi dove in svariati stili va ad indicare un Taolu.

Hongquan (Laohongquan)

Da non confondersi con lo stile Hongjiaquan del sud della Cina, questo è uno stile tipico delle province del nord. Il nome viene reso con ideogrammi differenti: pugilato rosso, pugilato della grande onda, pugilato dell'oca selvatica o grandioso. Questo è uno stile antico e perciò ne esistono moltissime versioni a volte diversissime tra loro.

Si narra che i Taolu dell'Hongquan ed del Paochui abbiano preso molto da una danza di guerra (Tiao Paida Wu) che le guardie del palazzo del re di Qin, Yingzheng, crearono per festeggiare le sue vittorie, durante il periodo delle primavere e degli autunni.

Shàolínquán (Shaolin Ch'üanpugilato della giovane foresta)

Uno dei più antichi e famosi stili delle arti marziali cinesi. Praticato dai monaci del tempio di Shaolin (letteralmente "piccola foresta”) ha influenzato gran parte degli stili successivi. È caratterizzato da tecniche circolari ed esplosive sulla lunga distanza.

Ta Fang Tao (la via del grande metodo)

Agli inizi degli anni 70 il Celeste Maestro Liu Xi Fong ordina e codifica tutto il suo sapere nelle arti marziali cinesi sotto il nome di Ta Fang Tao, trasmettettendolo unicamente ai suoi quattro discepoli. Con questo nome egli intende riorganizzare lo studio di tre stili tradizionali da lui praticati in gioventù: Wu Xing Quan (pugilato dei cinque animali) (forma che appartiene allo stile Xingyiquan - pugilato dei cinque elementi), Wing Chung (pugilato dell’eterna primavera) e Taijiquan (pugilato della suprema polarità), i quali ormai erano fossilizzati in schemi inutili e denaturalizzati dalla loro fondamentale impostazione: l'efficacia in combattimento.

L'ultimo dei discepoli accettato dal Celeste Maestro Liu Xi Fong è il giovane Jaime Luis Vizconde, il quale all'età di 9 anni inizia la pratica di questo stile per cercare giovamento dalla malattia che lo affligge. Con la pratica del Ta Fang Tao rafforza il proprio corpo e dopo svariati anni di fatica e dedizione ottiene il consenso del M° Fong all'insegnamento, con la promessa di portare ai più la conoscenza trasmessa nei dieci anni di studio.

Questo stile  è nato dall'esperienza reale in combattimento, esperienza acquisita dal Celeste Maestro Liu Xi Fong in qualità di sicurezza personale dei maggiori capi clan in Perù e infine capo del clan Xing Ming. Lo stile prevede lo studio di tecniche finalizzate ad abbattere l'avversario nel minor tempo possibile. Questo comporta lo studio e la conoscenza del combattimento a 360° partendo dalle tecniche a mani nude fino alla conoscenza estrema nell'uso delle armi sia tradizionali che moderne.

Baimeiquan (stile taoista del sopraciglio bianco)

Leggendariamente praticato da colui che tradì il monastero di Shaolin, il monaco Pak Mei.

Lanshoumen (scuola delle mani che bloccano)

Si racconta che fosse popolare sia nel Nord che nel Sud della Cina. È considerato un ramo dello Shaolinquan. Si utilizza anche Lanshouquan (pugilato Lanshou). All’incirca tra la fine della dinastia Ming e l'inizio della dinastia Qing, un certo Zheng Tianxing della provincia di Henan si trasferì a Tianjin dove abitò presso il tempio del grande re (Dawang Miao) in Dazhizhan, nella parte est della città. Qui insegnò il proprio stile a numerosi discepoli.

Sanhuang Paochui (colpi cannone dei tre imperatori)

Stile del nord della Cina, prende il nome Sanhuang dai tre imperatori leggendari, Fuxi, Shennong e Gonggong, che secondo alcuni racconti sarebbero i fondatori dello stile; il nome Paochui, invece, è dovuto al suo modo tipico di sferrare i colpi, che assomiglierebbero a palle di cannone. Spesso Sanhuang Paochui è abbreviato in Paochui. In altre fonti i tre imperatori sono: il Sovrano del Cielo (Tianhuang) Fuxi, il Sovrano della Terra (Dihuang) Shennong, il Sovrano degli Uomini (Renhuang) Huangdi. La scuola si sarebbe chiamata Sanhuangmen (Scuola dei Tre Sovrani), oppure Renzhongmen (Scuola degli Antenati dell'Uomo) o ancora Renzumen.

Bafaquan (pugilato degli otto metodi)

Sistema di arti marziali cinesi sviluppato da Li Demao durante l’epoca della dinastia Qing. Esso include tecniche di fanziquan, paochui, tantui, tongbeiquan, xingyiquan.

Il sistema si basa su otto metodi (bafa):

1.  Lan (bloccare, intercettare, ostruire);

2.  Na (prendere, afferrare, catturare);

3.  Zha (introdursi, infilarsi, pungere);

4.  Beng (esplodere, schiantarsi);

5.  Tuo (sostenere, appoggiare, tenere sul palmo);

6.  Dou (scuotere, scoprire);

7.  Pi (dividere, spaccare, spezzare);

8.  Chan (attorcigliare, avvolgere).

Da una forma a mano nuda si sviluppa un esercizio in coppia (Duilian), poi si studiano le armi quali Dao, Qiang e Jian. La Bafaqiang utilizza una Daqiang (grande lancia) ed è una specialità di questo sistema. Questa tecnica di utilizzo della lancia appare circa nel 1909 e riunisce Yuejiaqiang (lancia della famiglia Yue), Lihuaqiang (lancia del fiore di pero) e Liuheqiang (lancia delle sei coordinazioni) e gli "otto metodi (Bafa) sopra citati.

Il bafaquan è popolare nella provincia di Shanxi, in particolare nella città di Datong nella Mongolia Interna.

Mingtangquan (pugilato della stanza di luce)

Stile della provincia di Hebei. Secondo l'Istituto di Ricerca Nazionale sul Wushu esso compare in una lista di quelli che sono considerati i principali tipi cinesi di pugilato. Esistono due versioni sull’origine di questa scuola: la prima colloca la sua fondazione a Cangxian sotto il regno di Xianfeng (1851-1862); la seconda ne colloca la creazione a Cangzhou sotto il regno di Guangxu (1875-1909).

Mizongquan (pugilato del far perdere le tracce)

Stile del nord della Cina, con molti praticanti in Hebei e Shandong. È anche chiamato Yanqingquan (pugilato di Yan Qing) o ancora Mizongquan (pugilato dell'antenato perduto o pugilato dell'antenato segreto). Il nome Yanqingquan deriverebbe per alcuni da Yan Qing, per altri deriverebbe dal fatto che lo stile era praticato nell'area delle contee di Yanzhou in Shandong e di Qingxian in Hebei. Il nome “pugilato dell'antenato perduto” si riferirebbe invece al fatto che le origini di questo stile non sono conosciute.

Sunbinquan (pugilato di Sun Bin)

Deve il proprio nome al celebre stratega Sun Bin a cui richiama la propria strategia e la sua origine. In realtà le prime testimonianze storiche risalgono all'epoca della dinastia Qing. Anche conosciuto come Changxiuquan (pugilato delle lunghe maniche) o Sanshouquan o ancora Dajiaquan (pugilato della grande struttura).

Tongbeiquan (pugilato della schiena libera)

Stile del nord della Cina, anche chiamato Tongbiquan (pugilato delle braccia fluide) o ancora Pugilato del Preparare la Schiena.

Rougongmen (Yau Kung Moon - scuola dell'abilità morbida)

Nonostante alcuni allievi rivendichino un'origine nel periodo dell'epoca della dinastia Tang sembrerebbe uno stile composito di recente formazione, frutto dell'unione di Baimeiquan, Cailifo (Choy Lee Fut), e Liuhe Tanglangquan. Secondo la trasmissione orale della Scuola lo stile sarebbe originario di Shaolin e sarebbe stato trasmesso durante il secolo scorso nel Tempio Baimiao Jiuyuansi nel Guangdong da un anziano monaco. Questo monaco avrebbe trasmesso lo stile a Jielai, a sua volta lo insegnò a un monaco Buddista. Questi lo trasmise lo stile a Xia Hanxiong, una persona originaria di Gaoming in Guangdong, che ricevette anche gli insegnamenti del fratello Ha Sang nel Cailifo e di Cheung Lai Chun (Zhang Liquan) nel Baimeiquan. Il Rougongmen è oggi diffuso negli Stati Uniti, in Canada, in Australia ed altri paesi.

Kejiaquan (pugilato degli Hakka o pugilato della famiglia ospite)

Praticato dalla minoranza Kejia, più conosciuta in occidente come Hakka. Il Kejiaquan in realtà si riferisce all'insieme di stili praticati dall'etnia Hakka in Guangdong.

Yingmenquan (pugilato della scuola dura)

È un pugilato originario della provincia di Jiangxi. La forma di base e più importante dello stile è Simenquan (pugilato delle quattro porte). Queste invece sono alcune forme di armi: Batou (teste del rastrello), Bandeng (panca), Hucha (forca di tigre), Dadao, Niu'er shuangdao, Bang (mazza).

Feihuquan (pugilato della tigre volante)

Questa scuola si è diffusa nell’area di Cangzhou in Hebei, durante il regno di Qianlong, nel 1743; infatti un maestro di Pechino, tale Zhang Guangyuan, si trasferì nella contea di Nanpixian. Zhang è considerato di prima generazione di questo stile.

Goujiaquan (pugilato a modello di giogo o Juanjiaquan - pugilato del sollevare il giogo)

Il nome dello stile deriva dal gergo dell’area di Chaoshan.

 

  • Stili imitativi (Xiangxingquan)

Categoria di stili "ispirati" alle movenze di un animale. Alcuni stili, come la boxe dell'ubriaco o la boxe del tappeto, ricadono tradizionalmente in questa categoria.

Ditangquan (pugilato del tappeto o boxe a terra)

Insieme di tecniche di caduta e di combattimento a terra. Nella sua versione moderna è uno degli stili più acrobatici e fisicamente impegnativi del Wu-Shu.

Heihuquan (pugilato della tigre nera)

Lo stile ha avuto origine nella provincia di Shandong. Oggi è praticato sicuramente nell'area di Dongming e ne esistono diverse versioni praticate in altrettante province Cinesi.

Huquan (pugilato della tigre)

Praticato in Fujian, questo stile è stato creato da Li Yuanzhu, del villaggio Pikoucun, della contea Yongfuxian, durante il regno di Qianlong dell'epoca della dinastia Qing. Questo è un elenco di forme a mano nuda: Sanzhan Simen (tre guerre quattro porte), Menghu Xiashan (la tigre feroce scende la montagna), Jiao Duan (angoli piccoli), Jian Shou (mani a forbice), Qianzhida (colpire i diecimila caratteri), Menghu Xizhao (la tigre feroce lava gli artigli), Hu Zi Shenyao (il cucciolo di tigre si stira), Pu Di Hu (tigre che scivola al suolo), Taizi You Cheng (il principe ereditario viaggia in città), Guan Gong La Xu (Guan Gong - il dio della guerra - si tira i baffi), Guan Gong Tuo Li (Guan Gong tira con forza), Riyue Lianhuan Jiao (piedi continui del sole e della luna), Huxing Wuji Quan (pugilato delle cinque tecniche e della forma di tigre). Di seguito alcune forme con le armi: Bijia Cha (forca dalla struttura di penna), Lang Xian, Zhang Er Zhang Qishier Bu (canna lunga quasi un metro dei 72 passi), Qimei Gan (canna delle sopracciglia). Questo, invece, è un elenco dei Duilian (*): Shuang Hu Die (due tigri che cadono), Liang Hu Xiangdou (due tigri combattono tra loro), Dui Zhang (esercizio in coppia con canne).

* Duilian (allenarsi in coppia): nelle arti marziali cinesi è un metodo di approccio al combattimento tramite una sequenza preordinata di movimenti applicativi che vengono eseguiti da due o più persone. Nei Duilian ritroviamo le tecniche che compongono le arti marziali cinesi, come per esempio le tecniche di gamba, le proiezioni e quindi le cadute, le leve (Qinna), le tecniche di pugno e di palmo, ecc. La funzione di questo lavoro, che deve riprodurre una atmosfera vicina a quella del combattimento reale, è quella di comprendere meglio il significato dei movimenti che in precedenza si sono praticati da soli, cioè nel Taolu (forma). Un elemento che occorre sottolineare è il valore simbolico del riprodurre il combattimento, infatti sebbene, come abbiamo detto sopra vi debba essere l’idea di interpretare un combattimento, si deve assolutamente evitare di ferire il proprio compagno di allenamento. Il Duilian richiede un’intensa collaborazione tra coloro che lo eseguono quindi promuove agilità, cooperazione, intelligenza, intuito, concentrazione. Esso include azioni di attacco, difesa e contrattacco. Il Duilian può essere a mano nuda (Tushou Duilian oppure Kongshou Duilian), con le armi (Qixie Duilian oppure Bingxie Duilian) o ancora mano nuda contro armi (Tushou Dui Qixie).

Gli esercizi in coppia, invece, vengono chiamati Duichai (abbattere in coppia).

Longquan (pugilato del drago o Longxingquan - pugilato ad Immagine di drago)

E’ stato creato durante il regno di Qianlong dell'epoca della dinastia Qing da Lin Yaogui, un uomo del Guangdong. Lin studiò con il proprio padre e con il monaco Guangjin, il quale insegnava Shaolinquan sul monte Shaoshishan, nel Fujian. In seguito divenne studente di Huang Lianjiao e successivamente di Da Yu, che gli insegnò Wumeiquan.

Shéquán (pugilato del serpente)

Viene classificato come stile imitativo (Xiangxingquan), in quanto imita le movenze dei serpenti. Ci sono vari stili del serpente sia al nord che al sud.

         Shequan Beipai (pugilato del serpente della scuola del nord)


La scuola del pugilato del serpente del nord è stata tramandata dal maestro Wan Qiming che ne ha favorito la conoscenza attraverso la pubblicazione di libri ed articoli. Essendo stata tramandata in seno alla famiglia di questo maestro, si chiama anche Wanjia Dumen Shequan (pugilato del serpente abilità speciale della famiglia Wan).

Lo Shequan del nord con la tecnica delle arti marziali Wushu imita le azioni di un serpente. Molti dei movimenti dello Shequan includono le torsioni fluide e le onde del corpo. Shequan è una forma di arte marziale veloce e flessibile.

Questi si concentra in colpi veloci agli occhi, alla gola, e vari punti di pressione nel corpo, oltre che calci alle ginocchia e agli stinchi.

         Shequan Nanpai (pugilato del serpente della scuola del sud)


Un pugilato del serpente della scuola del sud è chiamato Shexing Diao Shou (mani astute a forma di serpente), il cui principale esponente fu Leung Tin Chu (Liang Tianzhu). Nacque alla fine del 1800 e divenne famoso perché ottenne un ottimo piazzamento nei Guokao (esame nazionale, tenuto presso l’Accademia Centrale di Nanchino organizzando incontri sportivi, combattimenti a mani nude e con armi corte e lunghe) del Zhongyang Guoshu Guan (palestra centrale di Arte Nazionale, in Italia è spesso reso con Accademia Centrale di Nanchino. Si tratta di un'istituzione nazionale di arti marziali cinesi fondata con una legge pubblicata il quindicesimo giorno del terzo mese del 1927) di Nanchino nel 1928. Assieme a Liang sono ricordati come figure preminenti Qiu Longguang e Liang Shaozhuang. Il loro stile era un insieme di un non meglio precisato Stile dello Shaolin del Sud, che avrebbe appreso da un monaco, e di Choy Gar (Caijiaquan), appreso da un membro della famiglia Cai. Liang Tianzhu ebbe due discepoli importanti: suo nipote Leung Gar Fong di Hong Kong e Wong Tin Yuen che insegnò questo stile nella sua palestra in Sacramento Street a San Francisco per quarant'anni, sin dal 1930. Si può definire lo stile pugilistico come uno stile di combattimento a media distanza che usa, per coincidenza, qualche tecnica simile al Wing Chun (Yǒng Chūn) in forme simili allo Hóngjiāquán (Hung Gar Kuen). La forza applicata e le tecniche sono meno dure rispetto agli altri stili del Sud.

 
« Questo pugilato imita l'Attorcigliarsi del Serpente (Shechan), l'Emissione della Lingua (Tuxin), la Bocca che Afferra le Mani (Diaoshou), il Ritrarre il Corpo (Suoshen), il Palmo Penetrante del Serpente (Shechuanzhang), il Corpo Sinuoso (Youshen), ecc.[…]
I metodi principali per apprendere e praticare questo pugilato sono il tenere tra le mani la Palla di Ferro (Diao Tieqiu) e l'indossare i Cerchi di Ferro (Chuan Tiehuan). Facendo questo si può migliorare l'accuratezza della pratica e del trovare il tempo delle mani del serpente (sheshou) che afferrano (diao) e penetrano (chuan) il corpo dell'avversario. Le forme si compongono di 27 azioni che intendono interpretare l'immagine del serpente. Le mani salgono e ricadono come la lingua del serpente che esce e rientra nella bocca. I movimenti del corpo sono veloci e abbaglianti, con molti cambiamenti; abbondante di tecniche, si distingue sia in attacco che in difesa, utilizza la morbidezza per sopraffare l'inflessibilità. »
 
(Yang Yang e Lin Jin, Nanpai Shequan)

 

Tánglángquán (Tang Lang Ch'üan  – pugilato della mantide religiosa)

Questo stile predilige rapide scivolate all'interno della guardia avversaria e colpi rapidi e mirati alle articolazioni. Esistono in realtà molti stili diversi che si ispirano alla mantide. In particolare le tecniche di gamba (passi, spostamenti e calci) differiscono in maniera notevole fra gli stili del nord e quelli del sud.

Tanglonghushi (Tángláng Hǔ Shì - stile della mantide religiosa e della tigre)

Uno stile fondato all'inizio dell'Ottocento dalla fusione di due stili di kung fu tradizionale, il Tanglangquan (pugilato della mantide religiosa) e il Huquan (pugilato della tigre). I due stili, seppure opposti in molte caratteristiche, risultano complementari. Unisce, infatti, le caratteristiche tipiche dello stile della mantide religiosa come la forza esplosiva, l'agilità, la tecnica complessa e l'avanzato uso di spostamenti e calci, alla resistenza fisica, stabilità, durezza e ferocia delle tecniche tipiche dello stile della tigre.

Yingzhaoquan (Ying Jow Pai Ch'üan  – pugilato dell'artiglio dell'aquila)

Spesso viene chiamato Scuola degli Artigli dell'Aquila (Ying Chao Pai), reso in cantonese con Ying Jow Pai, ma il nome completo dello stile sarebbe Yingzhao Fanziquan.

Lo Yingzhaoquan contiene numerosi Taolu:

·  Il Pugilato degli otto passi concatenati (Bābùliánhuánquán);

·  I Colpi di Shaolin (Shǎolínchuí);

·  Il Pugilato quattro sei (Sìliùquán);

·  Il Pugilato delle cinque tigri (Wǔhǔquán);

·  Il Pugilato del primo antenato (Taizuquan);

·  I Colpi degli otto passi (Bābùchuí);

·  Il Grande palmo di cotone (Dàmiánzhǎng);

·  Il Piccolo palmo di cotone (Xiǎo Miánzhǎngh);

·  Il Grande Pugilato dell'eroe (Dàxióngquán);

·  Il Pugilato delle sei coordinazioni (Liuhequan);

·  Il Piccolo Pugilato dell’eroe (Xiǎo Xióngquán);

·  Il Leopardo dei cinque fiori (Wǔhuābào);

·  Il Grande otto lati (Dàbāmiàn);

·  Il Piccolo otto lati (Xiǎo Bāmiàn);

·  Il Pugilato dello stormo d'oche selvatiche (Yànhángquán);

·  Le Posture scivolate in avanti (Qiánliūshì);

·  Il Pugilato degli Arhat (Luohanquan)

·  Il Pugilato del fiore di prugno (Meihuaquan);

·  Le Sei cadute dell'ubriaco (Zuìliùtǎng);

·  Le Dieci linee del Pugilato dell'azione (Xíngquánshílù);

·  Le Cinquanta linee del Pugilato continuo (Liánquánwǔshílù).

Zuijiuquan (pugilato dell'ubriaco)

Conosciuto anche come Zui Baxianquan o "Stile degli otto immortali" in riferimento alle figure leggendarie cui prende ispirazione. Stile molto versatile e coreografico dove l'accento è posto sulle tecniche di sbilanciamento e sulle posizioni di non equilibrio o di equilibrio precario (ma controllato). Molto diffuse anche le tecniche con la spada e col bastone.

Niuquan (pugilato del bue)

Tenta di riprodurre il modo di reagire del Bue, con corna e con le zampe. Sembra inoltre che questo pugilato sia praticato solamente nella regione di Yongtaixian del Fujian. Altri segnalano l'esistenza del Guiniuquan (Pugilato del bue e della tartaruga) con le medesime prerogative descritte sopra. Esso sarebbe stato creato agli inizi dell'epoca della dinastia Qing da un monaco del tempio Shuifusi, nell'area amministrativa di Pingjiangxian della provincia di Hunan.

Bailongquan (Pai Lung Ch'üan - pugilato del drago bianco)

Da Sheng Pi Gua Men (Tai Shing Pek Kwar - pugilato della scimmia)

Arte marziale cinese che utilizza il movimento delle scimmie come parte delle proprie tecniche. Esistono numerosi sistemi sviluppati da questo stile. Alcuni esempi includono lo Xingzhemen e il Nanhouquan (pugno della scimmia del sud), originario del “Southern Shaolin Temple” e più conosciuto come lo “stile Da Sheng Pi Gua Men di Hong Kong”.

Houquan (pugno della scimmia)


Lo stile Hou Quan proviene dalla regione Emei. Tramandato dal famoso “Re Scimmia” Xiao Yingpeng, viene anche usato come base del moderno Wushu, come ad esempio l’utilizzo della staffa (in inglese: monkey staff).

Da Sheng Men (stile del grande saggio)


E’ stato sviluppato intorno alla fine della Qing (1911) da un combattente di nome Kou Si, di un piccolo villaggio nel Nord della Cina. La leggenda dice che, mentre scontava una pena in prigione, si mise ad osservare un gruppo di scimmie dalla sua cella. Studiando i loro movimenti, capì che questi combinavano perfettamente con il suo stile Di Tang. Secondo un’altra versione Kou Si sviluppò il suo nuovo stile di combattimento e  lo chiamò Da Sheng Men in onore del “Re Scimmia” Sun Wukong.

Da Sheng Pi Gua


Versione sviluppata da uno studente Kou Si, Geng De Hai, che iniziò a praticare Pi Gua (Piquaquanpugilato dell’attacco che spacca: stile del Nord della Cina e ampliamente praticato nella provincia di Hebei, viene classificato come Changquanpugilato lungo) da suo padre Kan Wing Kwai all’età di 8 anni. Gan Wing Gwai era un Maestro di Pi Gua e dopo la sua morte Kou Si decise di allenare Geng De Hai nello stile Da Sheng Men. Dopo averlo imparato, Gend De Hai lo combinò con il Pi Gua imparato dal padre, sviluppando la nuova versione che chiamò Da Sheng Pi Gua.

 


Arti marziali sportive


In seguito alla rivoluzione culturale nella Repubblica popolare cinese, intorno alla seconda metà del XX secolo, le arti marziali sono state ricodificate da nascenti federazioni sportive eliminando l'aspetto marziale, nel tentativo di rilanciare sottoforma di sport queste antiche pratiche.

Wushu


Con il termine "Wushu nazionale standard" (Guobiao Wushu) si intende la disciplina sportiva formulata negli anni ’50 dalla Commissione per lo Sport della Repubblica Popolare Cinese sulle basi del Wushu tradizionale ed insegnata negli istituti di educazione fisica e nelle scuole dello sport cinesi. Il Wushu standard si divide in due settori: forme (Taolu) e combattimento libero (Sanda o Sanshou).

  • Forme (Taolu)

Si intendono esercizi costituiti da sequenze (Taolu appunto) di movimenti codificati e concatenati. Sono presenti in molti sistemi di Wushu tradizionale e anche nel Wushu standard, ove costituiscono anche un evento competitivo. Le forme possono essere a mano nuda (Quanshu Taolu) o con attrezzi (armi) (Qixie Taolu).

·        Sanda


Il Sanda (o Sanshou) è un sport di combattimento codificato sulla base di alcune tecniche delle arti marziali cinesi.

Le competizioni di questo genere esistevano fin dall'antica Cina (il Lei Tai), purtroppo gli incontri si concludevano spesso con la morte di uno dei contendenti o con gravi menomazioni fisiche, per questo motivo negli anni '60 il governo cinese, dopo lunghe trattative con i vari Maestri, diede il via libera al Sanda moderno: uno sport completo, marziale, da allora, non violento. Infatti furono sancite regole ben precise, molto severe atte ad evitare che gli atleti si potessero ferire, così permettendo ad ogni scuola di esprimere la loro esperienza e capacità.

Ora si combatte con molte protezioni sul corpo (guantoni, paradenti, caschetto, corpetto, conchiglia e paratibie) e sono valide una gran quantità di tecniche incluse le proiezioni a terra. Sono vietati i colpi alle articolazioni, gomitate, ginocchiate e le leve articolari.

 

Gli stili di wushu moderno sono:

Changquan (boxe lunga)

Stile creato sulla base di un gran numero di stili non codificati provenienti dal nord della Cina. Caratterizzato da movimenti ampi ed eseguiti in allungamento e da un gran numero di salti acrobatici.

Nanquan (boxe del sud)

Stile creato sulla base di un gran numero di stili non codificati provenienti dal sud della Cina. Caratterizzato da tecniche potenti, da una forte predominanza dell'uso delle braccia rispetto all'uso delle gambe e dalla presenza di tecniche di combattimento a terra.

·        Chang Quan

L'origine del Changquan si fa risalire all'imperatore Song Taizu e le sue tecniche si trovano descritte nel trattato, sugli stili del Wushu, del Generale Qi Jiguang.

In epoca moderna il Changquan è diventato la disciplina nazionale più diffusa, seconda solo al Taijiquan, e la sua tecnica è stata codificata in forme chiamate Taolu. La particolarità principale del Changquan è costituita dai gesti ampi e distesi, con movimenti agili e rapidi nei quali la mano si allunga per attaccare a distanza. Il passo è veloce, il salto elevato, le sequenze di movimenti caratterizzate da un ritmo vivace ma variato, dove alla velocità si alternano lentezza ed alcune pause.

Le posizioni statiche sono molto solide, i ritmi chiaramente definiti e i colpi molto precisi e le doti acrobatiche degli atleti sono molto evidenziate.

Attraverso gli esercizi si accresce la forza, la velocità, l'agilità, la flessibilità e la resistenza, viene stimolato lo sviluppo fisico, ci si addestra nella tecnica di difesa e di attacco.

Lo studio del Changquan include anche la conoscenza delle 4 armi di base: il bastone e la lancia (armi lunghe); la spada e la sciabola (armi corte).

·        Nan Quan

Il termine indica l’insieme di stili delle arti marziali cinesi che si sono originati e sviluppati a sud del fiume Yangtze, che conobbe una grande diffusione intorno al 1960.

Il Nanquan contemporaneo è uno stile moderno, creato durante la grande rivoluzione culturale, derivato da alcuni degli stili più diffusi della regione del Guangdong, del Guangxi, del Fujian e dello Zhejiang fuse ad alcuni aspetti dei metodi di famiglie tradizionali come Hong, Li, Liu, Mo e Cai.

La forza dei movimenti deriva da posizioni ristrette e stabili in cui le rotazioni rapidissime della vita generano una serie di movimenti veloci, forti e repentine delle braccia predilette alle tecniche di gambe, al punto che in Cina è popolare il detto “Nanquan Beitui(pugni al Sud e calci al Nord).

Il Nanquan è comunque caratterizzato nella sua pratica ed espressione da una ricca serie di fondamentali, gesti tecnici e gruppi di movimenti inconfondibili, sebbene nelle forme da competizione libere attualmente si vada perdendo alcuni di questi aspetti per guadagnare nelle prestazioni atletiche e nell’estetica più fine ed aggraziata.

Inconfondibile rimane comunque l’utilizzo delle mani (Shou fa) e delle dita (Zhi fa) e la postura durante l’esecuzione delle tecniche di pugno.

Le caratteristiche peculiari e distintive del Nanquan consistono in movimenti e tecniche veloci, potenti, ferme e decise, con posizioni statiche e spostamenti solidi e repentini ma allo stesso tempo agili, e rispetto all’eleganza ed alla leziosità degli stili del Nord, esprime grande forza e vigore, espresso anche attraverso urla, dette Fasheng, che rappresenta o riproduce le caratteristiche di animali, aspetto interpretabile come il predecessore del “kiai” caratteristico delle Arti Marziali nipponiche e coreane.

Anche il Nanquan prevede l’utilizzo di molteplici armi, come la sciabola del Sud (Nandao) e il bastone del Sud (Nangun), diverse dalle armi del Nord sia nell’aspetto sia nel maneggio e nell’esecuzione tecnica dei fondamentali; anche le armi sono incluse nelle forme prestabilite (Taolu) durante le competizione ufficiali.


Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Arti_marziali_cinesi